Antichissimo erborinato naturale a due paste
Nel passato e fino a pochi decenni orsono la produzione casearia dei nostri bergamini consisteva prevalentemente in stracchini, che, a seconda della loro forma venivano denominati Tunt o Quader, cioè tondo o quadro.
Da qui il termine Strachìtunt cioè stracchino tondo. Il disciplinare di produzione prevede ancora oggi l’utilizzo di latte crudo intero, a munta calda (cioè usato appena munto a temperatura dell’animale) e lavorato con l’antica tecnica a due paste che consiste nell’unione della cagliata della sera, fredda, con la cagliata della mattina, calda.
Per decenni trascurato e dimenticato, è stato riscoperto e rilanciato sul mercato durante l’ultimo decennio anche grazie alla dedizione e all’impegno della nostra azienda. Dal 2013 è divenuto DOP con grande orgoglio di tutta la comunità dei territori di Taleggio, Vedeseta, Val Brembilla e Blello. La crosta è spessa e rugosa di colore bruno tendente al grigio con il prolungare della stagionatura. Durante la stessa, prevista per almeno 75 giorni, avviene la foratura manuale del formaggio, al fine di favorire lo sviluppo di muffe naturali presenti nel latte e nell’ambiente e che danno, in modo naturalmente irregolare, il tipico aspetto della pasta dei formaggi erborinati. Il profumo è caratteristico dei formaggi erborinati, con note prima leggermente lattiche, poi sovrastate da quelle metalliche. Il sapore è aromatico ed intenso, variabile dal dolce al piccante a seconda del grado di stagionatura, fragrante e fondente con gradevole retrogusto vegetale.
Qualche anno lo chef Vissani sentenziò essere il formaggio «più buono al mondo», lo Strachitunt.
Lo strachitunt nasce in Valtaleggio . Un formaggio a pasta molle erborinata a due paste, ovvero fatto con la lavorazione separata di due cagliate.Taleggio dalla forma rotonda e dalla pasta venata di pregiate chiazze bluastre
Lo strachitunt è prodotto con una tecnica unica e cioè con il deposito a strati delle due cagliate.
La cagliata fredda prodotta con la mungitura serale viene lasciata a riposare appesa in teli sgrondanti in locali naturalmente ricchi di spore fungine. La cagliata del mattino successivo, detta cagliata calda viene lasciata a riposare invece per soli 20 minuti.
Le due cagliate, fredda e calda, vengono rotte appena prima della miscelazione e poi, dentro le fascere, vengono depositate a strati prima una poi l'altra. Le forme passano poi alla stufatura e salatura a secco.
Abbinamento con riso, ravioli e carni pregiate sia fuso che in salsa ma, come tutti i grandi formaggi d'alpeggio lo splendore di sè lo lascia nella sua degustazione in purezza con del buon pane e del buon vino.
- 09/10/2017 -