Marchio: Tenuta San Guido
Formato : 0.75
Gradazione : 12.5% vol.
Sulla sinistra é visibile l’obelisco che Giuseppe della Gherardesca eresse nel 1908 per commemorare Giosué Carducci morto l’anno prima, davanti al viale dei cipressi che lui aveva reso celebre.Subito a destra vi è l’oratorio di San Guido, costruito da Simone Maria della Gherardesca all’inizio del diciottesimo secolo, che dà il nome alla tenuta.La Tenuta San Guido si estende dal mare Tirreno fino alle colline dietro Castiglioncello, a trecento novantasei metri di altezza. Ciò fa sì che il paesaggio oltre ad essere straordinariamente bello, goda anche di un ottimo microclima.Due terzi del territorio sono boschivi. Il resto si suddivide fra centro allenamento ed allevamento di cavalli purosangue della Razza Dormello-Olgiata, l’Oasi di Bolgheri ed i terreni coltivati, parte a vigneto, parte a coltivazioni estensive e tradizionali.Gli Incisa della Rocchetta, oggi produttori del vino Sassicaia, furono protagonisti nella storia medievale e rinascimentale del nord Italia.Il marchesato d'Incisa, parte integrante della grande marca aleramica, che si estendeva dal Po al mare, governava le due rive del fiume Belbo, nel tratto compreso fra le Langhe e la pianura di Alessandria. Ricco di borghi fortificati, il feudo di 250 chilometri quadrati, godeva di autonomia nell'ambito dei domini imperiali e poteva battere moneta. Per molto tempo Castiglioncello è stato usato come cantina del Sassicaia. Questa era un’ottima soluzione finché i pochi vigneti erano vicino al castello.In seguito allo sviluppo di nuove vigne seguí un’espansione della cantina. Quest’ultima non poteva più trovarsi sul punto più alto al livello del mare visto che le vigne erano oramai sparse su tutta la tenuta. Una posizione centrale fu trovata negli anni sessanta.Qui è dove si trova tuttora: sul viale dei cipressi, davanti alla chiesa di San Guido che dà il nome alla tenuta.I vigneti della Tenuta San Guido che si estendono su una superficie complessiva di circa 75 ettari hanno la particolarità di essere suddivisi in varie zone scelte all'interno della tenuta per le particolari caratteristiche sia di esposizione che di composizione del terreno.I vigneti denominati Castiglioncello, Doccino e Quercione si trovano nella parte collinare dell'azienda ad un'altitudine che varia dai 200 ai 300 metri s.l.m.I vigneti San Martino e Mandrioli subito a ridosso delle colline nella zona centrale della Tenuta mentre i vigneti Sassicaia ed Aianova sono situati più in basso ad un'altitudine sul mare di circa 80 metri.Il clima, influenzato dalla vicinanza sul mare e dalle colline retrostanti che formano una barriera protettiva dai venti, ha un'influenza determinante per una corretta e sana maturazuone delle uve.I vigneti, allevati a cordone speronato, producono circa 55-60 Q.li di uva per ettaro.La tipologia delle uve è suddivisa per l'85% da Cabernet Sauvignon e per il restante 15% da Cabernet Franc.Il vino viene di seguito messo ad invecchiare in barriques di rovere Francesi per circa 24 mesi, per poi essere imbottigliato per un ulteriore affinamento in bottiglia di 6 mesi presso le nostre cantine prima della messa in commercio.Negli anni venti, studente a Pisa, Mario Incisa della Rocchetta sognava di creare un vino di razza. Il suo ideale, come per l'aristocrazia dell'epoca, era il Bordeaux.Dopo essersi stabilito con sua moglie Clarice in Toscana, nella Tenuta San Guido sulla costa Tirrenica, sperimenta alcuni vitigni francesi, e concluse che il Cabernet aveva “il bouquet che cercavo“.Un vino composto prevalentemente di Cabernet rappresentava un grosso cambiamento dalla tradizione toscana e piemontese del Sangiovese e del Nebbiolo.Nessuno aveva mai pensato di fare un vino “bordolese“ su terreno italiano, figuriamoci poi in una zona sconosciuta sotto il punto di vista vinicolo.La decisione di piantare questa varietà nella Tenuta San Guido fu in parte dovuta alla somiglianza che egli aveva notato tra questa zona della Toscana e Graves, a Bordeaux. Graves vuole dire ghiaia, per il terreno sassoso che distingue la zona, proprio come Sassicaia, in Toscana, denomina una zona con le stesse caratteristiche.Malgrado le ottime premesse, i primi giudizi dati da chi era abituato ai vini leggeri locali non furono positivi. I vini ottenuti dalle uve Cabernet Sauvignon, essendo più complessi, necessitano più tempo per maturare e svilupparsi. Dal 1948 al 1960, il Sassicaia rimase dominio strettamente privato, e fu bevuto solo nella Tenuta.Ogni anno, poche casse venivano messe a invecchiare nella cantina di Castiglioncello.Il marchese ben presto si rese conto che invecchiando il vino migliorava considerabilmente. Come spesso accade con i vini di grande levatura, quelli che prima erano considerati difetti, col tempo si trasformarono in virtù. Ora amici e parenti incitavano Mario Incisa ad approfondire i suoi esperimenti e perfezionare il suo stile di vinificazione rivoluzionario.Nel 1965, piantò altri due vigneti di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc; il nuovo vigneto, quello del podere Sassicaia. È a circa 100 metri sopra il livello del mare, mentre quello del' Aianova è un po' più alto, e quindi più esposto agli elementi.In seguito, Sassicaia fu il nome scelto per il prodotto di tutti i vigneti.L'annata del 1968 fu la prima ad essere messa sul mercato, con un'accoglienza degna di un Premier Cru Bordolese. Negli anni seguenti la cantina venne trasferita in locali a temperatura controllata, tini d'acciaio rimpiazzarono i tini di legno per la fermentazione, e le barriques francesi vennero introdotte per l'invecchiamento.La scelta del Cabernet e l'uso delle barriques, ambedue introdotte per la prima volta con successo in Italia dal marchese Incisa, si diffuse ben presto in tutta la penisola. Il Sassicaia è stato il primo vino italiano ad affermarsi con successo all'estero, ed e quasi universalmente riconosciuto come il padre di una nuova famiglia di vini italiani: I supertoscani. La prima vigna di Mario Incisa è considerata la culla del Cabernet italiano.I nuovi impianti e la miglior vinificazione, produssero risultati eccellenti, il consenso fu unanime. Ecco alcuni esempi: Nel 1978, in una degustazione organizzata dalla rivista inglese “Decanter“ a Londra, una giuria, della quale facevano parte Hugh Johnson, Serena Sutcliffe e Clive Coates ha dichiarato il Sassicaia dell'annata 1972, il miglior Cabernet Sauvignon tra trentatré vini da undici paesi.Nel suo “Pocket Wine Book“ del 1982, Hugh Johnson scrive del Sassicaia dicendo che è “il miglior vino italiano“. Nel 1982 il Sassicaia riceve il premio “Vinarius“ come vino dell'anno.Il marchese Mario Incisa della Rocchetta è morto nel 1983. Da allora Nicolò Incisa, suo figlio, amministra la Tenuta San Guido.Il sistema di allevamento e la bassissima resa di uva per ceppo, danno un prodotto sempre sano e ricco in zucchero, tannini, estratto ecc. La vinificazione avviene in tini di acciaio inox da 65 fino a 130 hl. con possibilità di condizionamento termico del processo fermentativo. Il vino viene quindi affinato in botti di rovere da 225lt. per 24 mesi.Fino a metà Maggio le piogge e le temperature si sono mantenute nella media stagionale favorendo così un’ottima ritenzione idrica del terreno nei mesi estivi.L’estate è stata particolarmente calda anche se le temperature non hanno mai toccato, grazie alla vicinanza del mare, quei valori estremamente elevati riscontrati nell’interno della Toscana.Il clima si è quindi mantenuto estremamente secco e caldo fino alla vendemmia.La maturazione dell’uva è stata ottimale per le sue componenti aromatiche e gustative, corredata da un inspessimento ottimale delle bucce, ricche non solo di aromi, ma anche di nobili e aristocratici tannini e di ottimi antociani.La vendemmia ha avuto inizio nei primi giorni di Settembre e si è protratta per circa tre settimane.L’uva è stata accuratamente selezionata prima di essere diraspata per il periodo di macerazione sulle bucce durato per circa 16-18 giorni.Tale macerazione consente una completa diffusione delle sostanze polifenoliche contenute nelle bucce del mosto. A seguito di una fermentazione malolattica molto precoce il vino ha iniziato a fine Novembre il suo periodo di invecchiamento di 24 mesi in barriques di rovere francese per 1/3 nuove. L’affinamento in vetro, prima della messa in commercio, è durato per circa 6 mesi facilitando cosi lo sviluppo del suo bouquet.Il “terroir” di Bolgheri, in particolare la vicinanza del mare, le condizioni di particolare luminosità ed il microclima decisamente favorevole al Cabernet, hanno ancora una volta permesso la nascita di un grande vino anche in un’annata non certo esaltante per il resto della Toscana.E’una caratteristica del Sassicaia che prevede ottimi risultati anche nelle annate meno felici. Una tendenza che nell’ultimo decennio si è ulteriormente rafforzata Provenienza
Toscana
Vitigni
Cabernet
Colore
Rosso rubino intenso concentrato e profondo
Profumo
Complesso, con sentore di frutti rossi e molto elegante
Sapore
Il sapore è potente, concentrato, di grande spessore, con tannini dolci ed equilibrati. In bocca è ricco e denso ma contemporaneamente armonico ed elegante con tannini dolci ed equilibrati. Decisamente lunga la persistenza, con uno spessore organolettico di grande importanza, con un’importante corredo polifenolico che assicurano a questo vino una straordinaria longevità
Abbinamento
Non disponibile
Formato : 0.75
Gradazione : 12.5% vol.
Sulla sinistra é visibile l’obelisco che Giuseppe della Gherardesca eresse nel 1908 per commemorare Giosué Carducci morto l’anno prima, davanti al viale dei cipressi che lui aveva reso celebre.Subito a destra vi è l’oratorio di San Guido, costruito da Simone Maria della Gherardesca all’inizio del diciottesimo secolo, che dà il nome alla tenuta.La Tenuta San Guido si estende dal mare Tirreno fino alle colline dietro Castiglioncello, a trecento novantasei metri di altezza. Ciò fa sì che il paesaggio oltre ad essere straordinariamente bello, goda anche di un ottimo microclima.Due terzi del territorio sono boschivi. Il resto si suddivide fra centro allenamento ed allevamento di cavalli purosangue della Razza Dormello-Olgiata, l’Oasi di Bolgheri ed i terreni coltivati, parte a vigneto, parte a coltivazioni estensive e tradizionali.Gli Incisa della Rocchetta, oggi produttori del vino Sassicaia, furono protagonisti nella storia medievale e rinascimentale del nord Italia.Il marchesato d'Incisa, parte integrante della grande marca aleramica, che si estendeva dal Po al mare, governava le due rive del fiume Belbo, nel tratto compreso fra le Langhe e la pianura di Alessandria. Ricco di borghi fortificati, il feudo di 250 chilometri quadrati, godeva di autonomia nell'ambito dei domini imperiali e poteva battere moneta. Per molto tempo Castiglioncello è stato usato come cantina del Sassicaia. Questa era un’ottima soluzione finché i pochi vigneti erano vicino al castello.In seguito allo sviluppo di nuove vigne seguí un’espansione della cantina. Quest’ultima non poteva più trovarsi sul punto più alto al livello del mare visto che le vigne erano oramai sparse su tutta la tenuta. Una posizione centrale fu trovata negli anni sessanta.Qui è dove si trova tuttora: sul viale dei cipressi, davanti alla chiesa di San Guido che dà il nome alla tenuta.I vigneti della Tenuta San Guido che si estendono su una superficie complessiva di circa 75 ettari hanno la particolarità di essere suddivisi in varie zone scelte all'interno della tenuta per le particolari caratteristiche sia di esposizione che di composizione del terreno.I vigneti denominati Castiglioncello, Doccino e Quercione si trovano nella parte collinare dell'azienda ad un'altitudine che varia dai 200 ai 300 metri s.l.m.I vigneti San Martino e Mandrioli subito a ridosso delle colline nella zona centrale della Tenuta mentre i vigneti Sassicaia ed Aianova sono situati più in basso ad un'altitudine sul mare di circa 80 metri.Il clima, influenzato dalla vicinanza sul mare e dalle colline retrostanti che formano una barriera protettiva dai venti, ha un'influenza determinante per una corretta e sana maturazuone delle uve.I vigneti, allevati a cordone speronato, producono circa 55-60 Q.li di uva per ettaro.La tipologia delle uve è suddivisa per l'85% da Cabernet Sauvignon e per il restante 15% da Cabernet Franc.Il vino viene di seguito messo ad invecchiare in barriques di rovere Francesi per circa 24 mesi, per poi essere imbottigliato per un ulteriore affinamento in bottiglia di 6 mesi presso le nostre cantine prima della messa in commercio.Negli anni venti, studente a Pisa, Mario Incisa della Rocchetta sognava di creare un vino di razza. Il suo ideale, come per l'aristocrazia dell'epoca, era il Bordeaux.Dopo essersi stabilito con sua moglie Clarice in Toscana, nella Tenuta San Guido sulla costa Tirrenica, sperimenta alcuni vitigni francesi, e concluse che il Cabernet aveva “il bouquet che cercavo“.Un vino composto prevalentemente di Cabernet rappresentava un grosso cambiamento dalla tradizione toscana e piemontese del Sangiovese e del Nebbiolo.Nessuno aveva mai pensato di fare un vino “bordolese“ su terreno italiano, figuriamoci poi in una zona sconosciuta sotto il punto di vista vinicolo.La decisione di piantare questa varietà nella Tenuta San Guido fu in parte dovuta alla somiglianza che egli aveva notato tra questa zona della Toscana e Graves, a Bordeaux. Graves vuole dire ghiaia, per il terreno sassoso che distingue la zona, proprio come Sassicaia, in Toscana, denomina una zona con le stesse caratteristiche.Malgrado le ottime premesse, i primi giudizi dati da chi era abituato ai vini leggeri locali non furono positivi. I vini ottenuti dalle uve Cabernet Sauvignon, essendo più complessi, necessitano più tempo per maturare e svilupparsi. Dal 1948 al 1960, il Sassicaia rimase dominio strettamente privato, e fu bevuto solo nella Tenuta.Ogni anno, poche casse venivano messe a invecchiare nella cantina di Castiglioncello.Il marchese ben presto si rese conto che invecchiando il vino migliorava considerabilmente. Come spesso accade con i vini di grande levatura, quelli che prima erano considerati difetti, col tempo si trasformarono in virtù. Ora amici e parenti incitavano Mario Incisa ad approfondire i suoi esperimenti e perfezionare il suo stile di vinificazione rivoluzionario.Nel 1965, piantò altri due vigneti di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc; il nuovo vigneto, quello del podere Sassicaia. È a circa 100 metri sopra il livello del mare, mentre quello del' Aianova è un po' più alto, e quindi più esposto agli elementi.In seguito, Sassicaia fu il nome scelto per il prodotto di tutti i vigneti.L'annata del 1968 fu la prima ad essere messa sul mercato, con un'accoglienza degna di un Premier Cru Bordolese. Negli anni seguenti la cantina venne trasferita in locali a temperatura controllata, tini d'acciaio rimpiazzarono i tini di legno per la fermentazione, e le barriques francesi vennero introdotte per l'invecchiamento.La scelta del Cabernet e l'uso delle barriques, ambedue introdotte per la prima volta con successo in Italia dal marchese Incisa, si diffuse ben presto in tutta la penisola. Il Sassicaia è stato il primo vino italiano ad affermarsi con successo all'estero, ed e quasi universalmente riconosciuto come il padre di una nuova famiglia di vini italiani: I supertoscani. La prima vigna di Mario Incisa è considerata la culla del Cabernet italiano.I nuovi impianti e la miglior vinificazione, produssero risultati eccellenti, il consenso fu unanime. Ecco alcuni esempi: Nel 1978, in una degustazione organizzata dalla rivista inglese “Decanter“ a Londra, una giuria, della quale facevano parte Hugh Johnson, Serena Sutcliffe e Clive Coates ha dichiarato il Sassicaia dell'annata 1972, il miglior Cabernet Sauvignon tra trentatré vini da undici paesi.Nel suo “Pocket Wine Book“ del 1982, Hugh Johnson scrive del Sassicaia dicendo che è “il miglior vino italiano“. Nel 1982 il Sassicaia riceve il premio “Vinarius“ come vino dell'anno.Il marchese Mario Incisa della Rocchetta è morto nel 1983. Da allora Nicolò Incisa, suo figlio, amministra la Tenuta San Guido.Il sistema di allevamento e la bassissima resa di uva per ceppo, danno un prodotto sempre sano e ricco in zucchero, tannini, estratto ecc. La vinificazione avviene in tini di acciaio inox da 65 fino a 130 hl. con possibilità di condizionamento termico del processo fermentativo. Il vino viene quindi affinato in botti di rovere da 225lt. per 24 mesi.Fino a metà Maggio le piogge e le temperature si sono mantenute nella media stagionale favorendo così un’ottima ritenzione idrica del terreno nei mesi estivi.L’estate è stata particolarmente calda anche se le temperature non hanno mai toccato, grazie alla vicinanza del mare, quei valori estremamente elevati riscontrati nell’interno della Toscana.Il clima si è quindi mantenuto estremamente secco e caldo fino alla vendemmia.La maturazione dell’uva è stata ottimale per le sue componenti aromatiche e gustative, corredata da un inspessimento ottimale delle bucce, ricche non solo di aromi, ma anche di nobili e aristocratici tannini e di ottimi antociani.La vendemmia ha avuto inizio nei primi giorni di Settembre e si è protratta per circa tre settimane.L’uva è stata accuratamente selezionata prima di essere diraspata per il periodo di macerazione sulle bucce durato per circa 16-18 giorni.Tale macerazione consente una completa diffusione delle sostanze polifenoliche contenute nelle bucce del mosto. A seguito di una fermentazione malolattica molto precoce il vino ha iniziato a fine Novembre il suo periodo di invecchiamento di 24 mesi in barriques di rovere francese per 1/3 nuove. L’affinamento in vetro, prima della messa in commercio, è durato per circa 6 mesi facilitando cosi lo sviluppo del suo bouquet.Il “terroir” di Bolgheri, in particolare la vicinanza del mare, le condizioni di particolare luminosità ed il microclima decisamente favorevole al Cabernet, hanno ancora una volta permesso la nascita di un grande vino anche in un’annata non certo esaltante per il resto della Toscana.E’una caratteristica del Sassicaia che prevede ottimi risultati anche nelle annate meno felici. Una tendenza che nell’ultimo decennio si è ulteriormente rafforzata Provenienza
Toscana
Vitigni
Cabernet
Colore
Rosso rubino intenso concentrato e profondo
Profumo
Complesso, con sentore di frutti rossi e molto elegante
Sapore
Il sapore è potente, concentrato, di grande spessore, con tannini dolci ed equilibrati. In bocca è ricco e denso ma contemporaneamente armonico ed elegante con tannini dolci ed equilibrati. Decisamente lunga la persistenza, con uno spessore organolettico di grande importanza, con un’importante corredo polifenolico che assicurano a questo vino una straordinaria longevità
Abbinamento
Non disponibile
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Lo vorrei inserire nei cesti natalizi ,ne avete disponibili 24 bottiglie della stessa annata ,grazie .
Domanda posta da: R.d. C
14/11/2012)
Categoria/Argomento -
Che annate del Sassicaia Tenuta S. Guido ,sono da acquistare come investimento . è vero che offre potenziali rivalutazioni del 10% annuo ?
Domanda posta da: Alfio
14/10/2012)
Categoria/Argomento -
I prezzi del Sassicaia sono interessanti ,soprattutto quelli delle annate a cavallo del 2000, è possibile conoscere in privato la quantità disponibile ,grazie
Domanda posta da:
09/10/2012)
Categoria/Argomento
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Il vino contiene contiene solfiti.
L'elenco degli ingredienti è visibile nell'etichetta / fotografia del prodotto sopra riportata o nella scheda testuale. Utile in particolare con riferimento alla consultazione dell' Elenco Allergeni come da Regolamento (UE) n.1169/2011